9 MAIALI UCCISI, 9 ATTIVISTI AL PRONTO SOCCORSO E 15 SCHEDATI DALLA POLIZIA: QUESTO IL BILANCIO DEL BLITZ COMPIUTO NELLA STRUTTURA PER DARE SEGUITO A UN PROVVEDIMENTO DI UCCISIONE SENZA ATTENDERE IL GIUDIZIO DEL TAR.
La vicenda dei maiali ospitati dal Rifugio Cuori Liberi ha avuto il più triste degli epiloghi. Le forze dell’ordine hanno fatto irruzione nella struttura, usando la forza per superare la barriera degli attivisti che da giorni opponevano una resistenza passiva e pacifica per salvare la vita di queste creature innocenti, la cui unica colpa era quella di appartenere a una specie a rischio di contrarre e diffondere la Peste Suina Africana e che per questo dovevano essere uccise in via preventiva.
I veterinari dell’ATS e i poliziotti in tenuta antisommossa sono entrati nel rifugio, insensibili alle proteste degli attivisti e incuranti del fatto che fosse ancora pendente un ricorso al TAR la cui udienza era prevista per il 5 ottobre prossimo. Le associazioni di protezione animale Cuori Liberi, LAV, LNDC Animal Protection e Vita da Cani, infatti, si erano rivolti alla giustizia amministrativa per chiedere di verificare la legittimità del provvedimento con cui veniva disposta l’uccisione dei maiali.
“Ormai purtroppo è tardi, le autorità hanno deciso di procedere senza sottoporsi al giudizio del TAR. In ogni caso, quegli animali sono stati uccisi e nulla li potrà riportare in vita. Il Rifugio Cuori Liberi era un luogo di pace, ma questa pace è stata violentemente spezzata a causa dell’ottusità di un sistema che pensa a tutelare solo il profitto dell’industria zootecnica, anziché la vita di esseri senzienti. Il tutto sulla base di un timore di diffusione della PSA del tutto infondato, poiché il rifugio aveva messo in atto tutte le necessarie misure di biosicurezza per contenere il virus. Lo stesso invece non si può dire dei tanti cacciatori che possono continuare indisturbati a uccidere cinghiali e diffondere senza controllo, loro sì, la malattia. Come sempre, purtroppo, gli unici a pagare sono gli animali”, commentano le associazioni.
Sconcertante è stato anche il dispiegamento di forze messo in campo per procedere con l’esecuzione e la violenza con cui è avvenuto il tutto. A seguito dell’intervento, 9 attivisti sono dovuti ricorrere alle cure del Pronto Soccorso e ben 15 sono stati portati in questura per essere identificati e per l’avvio di un procedimento nei loro confronti.
“Le immagini che tutti hanno potuto vedere grazie ai social media sono davvero strazianti e indegne di un Paese civile. I maiali, abituati a fidarsi degli esseri umani in quel luogo che per loro era casa, andavano incontro ai loro carnefici scodinzolando, del tutto inconsapevoli del destino che purtroppo qualcuno aveva deciso per loro, come sempre accade per questo tipo di animali. Abbiamo perso questa battaglia, ma la guerra continua. Continueremo a combattere per risvegliare le coscienze e mostrare a tutti la brutalità che c’è dietro l’industria della carne, che fa milioni di vittime anche tra quegli animali che sembravano aver trovato scampo da questa barbarie, come in questo caso”, concludono le associazioni.