SONO QUALCUNO. NON QUALCOSA.

#SONOQUALCUNONONQUALCOSA

Aiutaci a rendere più efficaci le nostre battaglie chiedendo pene più severe per chi uccide e maltratta gli animali.

Animali seviziati, torturati, uccisi. Sono tantissimi i reati che si consumano quotidianamente contro i più deboli. Per ignoranza, cattiveria, ma anche a causa di leggi obsolete e inefficaci.

È ora di dire basta.

Noi vogliamo leggi efficaci in grado di tutelare gli animali e pene severe per chi li uccide e li maltratta.

Fermiamo la crudeltà verso gli animali

 

Ogni giorno, in Italia, decine e decine di animali vengono seviziati, torturati, uccisi.

Le leggi a tutela, ormai obsolete, si sono rivelate inadeguate e inefficaci a prevenire e punire questi crimini, tanto che oggi, nonostante i reati di uccisione e maltrattamento siano punibili con la reclusione, nessuno finisce in carcere e il più delle volte tutto si risolve in pene sospese, ridotte a poche ore di volontariato, al massimo una multa.

LNDC chiede di punire con pene severe chi uccide o maltratta gli animali, chiede aggravanti se commesse con efferatezza, sevizie, sadismo; chiede l’introduzione del reato di strage e l’impossibilità per chi è condannato di continuare a detenere animali.

Sono qualcuno non sono qualcosa

PETIZIONE POPOLARE

al Ministro della Giustizia
al Ministro della Salute
al Ministro dell'Ambiente
al Presidente del Senato della Repubblica
al Presidente della Camera dei Deputati

I SOTTOSCRITTI CITTADINI ITALIANI
anche ai sensi dell’art. 50 della costituzione

PREMESSO CHE
Le cronache registrano quotidianamente tanti atti di crudeltà nei confronti degli animali, nonostante la L. 189/2004 abbia introdotto delle pene detentive per queste condotte, pene certamente ancora troppo blande. La suddetta Legge, che ormai ha 15 anni, va necessariamente modificata, rafforzata, chiarita in più punti, resa più efficace e aggiornata al Trattato Europeo di Lisbona che ha riconosciuto gli animali come esseri senzienti;
L'uccisione di animali è un reato attualmente previsto dall'art. 544-bis del codice penale, ai sensi del quale chiunque, per crudeltà o senza necessità, cagiona la morte di un animale è punito con la reclusione da 4 mesi a 2 anni;
Il maltrattamento di animali è un reato previsto dall'art. 544-ter del codice penale ai sensi del quale chiunque, per crudeltà o senza necessità, cagiona una lesione ad un animale ovvero lo sottopone a sevizie o a comportamenti o fatiche o a lavori insopportabili per le sue caratteristiche etologiche è punito con la reclusione da 3 mesi a 18 mesi o con la multa da 5.000 euro a 30.000 euro;
le predette pene non hanno alcuna efficacia deterrente e praticamente non consentono mai di far aprire le porte di un carcere nei confronti di chi, per crudeltà o senza necessità, abbia ucciso o maltrattato animali, per quanto la sua azione sia stata feroce, ed anzi consentono di uscire rapidamente dallo stesso processo penale attraverso gli istituti deflattivi come la “messa alla prova”, applicabile a tutti i reati puniti con una pena massima inferiore ai quattro anni;
il Programma di Governo recita: “È necessario provvedere alla revisione e l’inasprimento delle leggi attuali riguardanti i reati ambientali e quelli nei confronti degli animali garantendo maggiore tutela rispetto a fatti gravi ancora non adeguatamente perseguiti e per un maggiore contrasto al bracconaggio”;

Quanto sopra premesso

CHIEDONO

l’approvazione di una nuova normativa che preveda

• la tutela degli animali in quanto tali e non solo la tutela del “sentimento umano verso gli animali”.
• la punizione dell’uccisione e del maltrattamento degli animali con pene severe ed efficaci e, non solo in caso di dolo ma anche per colpa, negligenza e superficialità.
• specifiche cause aggravanti per i reati contro gli animali, che aumentino la pena se i fatti sono commessi con efferatezza, sevizie, sadismo; se commessi nei confronti di più animali; se commessi nell’esercizio delle proprie funzioni professionali, pubbliche o private; alla presenza di minori; nei confronti di animali facenti parte della famiglia; nell’esercizio di un’attività commerciale; con l’uso di armi; se pubblicizzati tramite Social Network per impedirne l’effetto emulativo.
• che per i reati di maltrattamento e uccisione di animale sia previsto il fermo e l’arresto, e che la “messa alla prova” non sia più applicabile ai reati contro gli animali.
• l’applicazione delle misure di prevenzione personali e patrimoniali per i delitti di manifestazioni vietate, combattimenti e traffico di cuccioli affinché i criminali possano avere oltre le dovute condanne anche la sottrazione degli illeciti profitti derivanti dallo sfruttamento animale.
• l’introduzione del reato di strage di animali, per punire nello specifico le uccisioni di massa e indiscriminate di animali, come ad esempio, nel caso degli avvelenamenti.
• l’impossibilità per chi è condannato di continuare a detenere animali.
• un iter ben definito della custodia giudiziaria degli animali maltrattati, che permetta alla Magistratura di tutelarli e non doverli lasciare nelle mani dei loro aguzzini.
• l’inserimento nelle scuole di ogni ordine e grado, nei corsi delle forze dell’ordine e nei corsi di medicina veterinaria di percorsi formativi sul rispetto e la tutela degli animali.

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