LNDC Animal Protection condanna l’esposizione di maiali alla Fiera di San Clemente di Velletri, definendola una pratica anacronistica e irrispettosa del benessere animale. L’associazione invita il Comune a rivedere le proprie scelte e ad abbandonare definitivamente l’uso di animali nelle manifestazioni pubbliche.
LNDC Animal Protection esprime profonda indignazione per quanto avvenuto ieri durante la Fiera di San Clemente a Velletri, dove alcuni maiali sono stati esposti come oggetti e presentati come “ritorno alla tradizione”. L’iniziativa è stata pubblicamente promossa dal Comune come un recupero “delle tradizioni più autentiche”, invitando i cittadini a recarsi a vedere gli animali esposti ed eventualmente acquistarli.
Per questa ragione, la Presidente nazionale di LNDC Animal Protection, Piera Rosati, ha inviato una lettera al Sindaco di Velletri, esprimendo la ferma condanna dell’associazione per questa scelta e richiamando l’Amministrazione al rispetto di standard etici e civili che dovrebbero guidare ogni evento pubblico.
“Le tradizioni non sono un concetto immobile. Possono e devono evolvere insieme alla sensibilità della società. Riproporre l’esposizione di animali in gabbia come attrazione di una fiera non è un omaggio alle radici, è un passo indietro, un gesto di inciviltà che non rappresenta il progresso culturale che i cittadini meritano”, dichiara Rosati.
LNDC Animal Protection sottolinea che l’utilizzo di animali come “richiamo” in fiere e manifestazioni non è più tollerabile, né socialmente né eticamente. Numerosi Comuni italiani hanno da tempo abbandonato tali pratiche, riconoscendo che costringere animali a situazioni di stress, rumore, contatto forzato con estranei e condizioni ambientali non controllate è incompatibile con qualsiasi forma di rispetto per esseri senzienti.
“Sollecitiamo quindi il Comune di Velletri a rivedere radicalmente il proprio approccio, scegliendo per il futuro altri modi per celebrare la Fiera di San Clemente, valorizzando la cultura e l’identità del territorio senza ricorrere allo sfruttamento degli animali. Le tradizioni non si difendono tornando indietro, ma innovando con responsabilità e compassione”, conclude Rosati.


