La Regione Lazio stanzia 600.000 euro per la cattura e l’uccisione di animali abbandonati, scaricando anni di cattiva gestione e mancata vigilanza sulle vittime stesse. LNDC Animal Protection annuncia che intraprenderà tutte le azioni legali necessarie per ottenere la sospensione del piano e chiede la creazione di una struttura pubblica regionale per il recupero e la tutela degli animali in difficoltà.
L’associazione denuncia la gravità di un provvedimento che dimentica i principi di tutela e prevenzione, e scarica sugli animali le responsabilità di anni di cattiva gestione e di controlli inesistenti.
Con la Determinazione n. G07643 del 17 giugno 2025, collegata alla DGR n. 454 del 12 giugno 2025, la Regione Lazio ha approvato lo stanziamento di 600.000 euro destinati ai Comuni per “attività di controllo e gestione delle specie domestiche inselvatichite”. Dietro questa formula burocratica si cela la possibilità concreta di abbattere centinaia di bovini ed equini abbandonati, vittime dell’incuria e dell’assenza di vigilanza, oggi classificati come “rinselvatichiti” per legittimarne la soppressione.
“È un provvedimento grave e ingiustificabile” – dichiara Piera Rosati, Presidente LNDC Animal Protection. “Non si può risolvere un problema eliminando chi lo subisce. Questi animali non sono pericolosi né selvatici: sono animali domestici abbandonati, vittime di negligenze e mancanze di cui dovrebbero rispondere gli uomini, non loro. La Regione Lazio sceglie la via più facile e crudele, quella dell’abbattimento, invece di assumersi le proprie responsabilità e costruire soluzioni durature e rispettose della vita.”
Secondo LNDC Animal Protection, il provvedimento appare in contrasto con la legge nazionale 189 del 2004, che tutela gli animali da qualsiasi uccisione non necessaria, e con il Decreto Legislativo 146 del 2001, che obbliga le autorità pubbliche a garantire il benessere degli animali allevati o detenuti.
L’Associazione evidenzia inoltre che la Regione Lazio non dispone di alcuna struttura pubblica idonea ad accogliere e gestire animali selvatici o altri animali in difficoltà, come in questo caso bovini e equidi.
Un vuoto gestionale che dura da anni e che ha trasformato una questione di responsabilità pubblica in una continua emergenza, affrontata ogni volta con interventi temporanei e costosi, privi di qualsiasi visione strutturale. Invece di investire nella prevenzione e nel controllo sanitario, la Regione sceglie di spendere denaro pubblico per “contenere” gli effetti di una mala gestione di cui essa stessa è corresponsabile.
“Serve una svolta di civiltà” – prosegue Rosati. “La Regione deve farsi carico della creazione di una struttura regionale di accoglienza e riabilitazione, un santuario pubblico che possa garantire sicurezza, cure e dignità agli animali abbandonati e a quelli provenienti da sequestri o situazioni di incuria. Ucciderli significa solo perpetuare un sistema fallimentare e crudele.”
LNDC Animal Protection annuncia che intraprenderà tutte le vie legali possibili per ottenere la sospensione delle misure di cattura e abbattimento e chiede l’apertura di un tavolo tecnico regionale con ASL, ISPRA e associazioni animaliste, per elaborare un piano di intervento fondato su prevenzione, etica e trasparenza.
La tutela degli animali non può essere delegata alla violenza o all’emergenza. È compito delle istituzioni, oggi più che mai, garantire che la gestione del territorio avvenga nel rispetto della vita, del diritto e del principio di responsabilità pubblica.