La Liguria ha scelto di tornare alla Preistoria consentendo ai cacciatori di uccidere cervi, mufloni e cinghiali con arco e frecce. Piera Rosati, Presidente di LNDC Animal Protection, scrive al Presidente della Regione Liguria criticando aspramente questa scelta insensata che porterà solo inutili sofferenze agli animali selvatici vittime di tale barbarie e chiedendo di rivedere tale decisione.
Dal 1° di ottobre cervi, mufloni e cinghiali che vivono liberi in Liguria diventeranno non solo i bersagli delle migliaia di armi da fuoco con cui cadono già vittime ogni anno durante la stagione di caccia, ma moriranno anche per mano di “cacciatori preistorici” armati di arco e frecce. Il tutto legalizzato e autorizzato dal Consiglio regionale ligure che ha approvato l’emendamento della Lega Nord a firma di Alessio Piana, presidente della Commissione Attività produttive.
Gli animali selvatici che avranno la sfortuna di incontrare sul loro cammino cacciatori armati di arco e frecce andranno incontro a una morte lunga, dolorosa ed estenuante.
Non solo la pratica venatoria è qualcosa di oltremodo barbarico, un gioco crudele che soddisfa purtroppo ancora troppe persone, ma ora, invece di fare passi avanti, torniamo indietro di millenni e consentiamo ai cacciatori di portare la caccia ad un livello ancora più estremo. Diciamoci la verità, di certo non tutti i cacciatori saranno degli assi con arco e frecce, è dunque facile presumere che gli animali trafitti andranno incontro a una morte agonizzante, una sofferenza che potrebbe protrarsi per giorni.
Piera Rosati, Presidente LNDC Animal Protection
Ancora una volta le Istituzioni, invece di tutelare i nostri ecosistemi, scelgono di soddisfare la lobby venatoria favorendo un gruppo di cacciatori che potrebbe dedicarsi al semplice tiro con l’arco invece che divertirsi a uccidere animali innocenti.
Ho scritto personalmente una lettera al Presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti, facendo presente che la caccia è già di per sé un’attività totalmente crudele e insensata. L’uso di arco e frecce, anche se consentito dalla legge nazionale, non fa altro che mettere in evidenza quanto la pratica venatoria porti solo sangue e sofferenza. È dovere delle Istituzioni andare avanti, progredire, non tornare indietro nel tempo consentendo pratiche sbagliate e crudeli a danno degli animali. La nostra Associazione chiede che tale decisione venga rivista per tutelare le vite dei tanti animali che rischiano solo di soffrire ancora di più per mano dell’uomo.
Piera Rosati, Presidente LNDC Animal Protection