LNDC Animal Protection commenta con forte preoccupazione i dati riportati da un recente articolo secondo cui in Alto Adige il numero dei nuovi cacciatori – soprattutto donne e giovanissimi – è in costante aumento. L’associazione ricorda che soltanto negli ultimi tre mesi, tra il 1° settembre e il 1° dicembre, la caccia ha già causato 29 vittime umane, tra cui 7 morti e 22 feriti. Ogni anno i numeri sono analoghi: decine di persone coinvolte in incidenti evitabili.
LNDC Animal Protection esprime profonda preoccupazione alla luce delle recenti dichiarazioni della Provincia Autonoma di Bolzano che celebrano una crescita dei nuovi cacciatori in Alto Adige, con quasi 250 neo-diplomati e un raddoppio degli iscritti diciottenni negli ultimi cinque anni. Una narrazione, quella di una caccia “in salute” e sempre più attrattiva, che ignora del tutto la brutalità e la pericolosità di questo anacronistico hobby: quella venatoria continua a essere una delle attività più pericolose in assoluto, con un impatto drammatico non solo sugli animali e sulla biodiversità, ma anche sugli esseri umani.
Secondo i dati raccolti dall’Associazione Vittime della Caccia, soltanto negli ultimi tre mesi – dal 1 settembre al 1 dicembre – si registrano 29 vittime umane, di cui 7 morti e 22 feriti. Numeri che purtroppo si ripetono a ogni stagione, con decine di persone coinvolte ogni anno in incidenti spesso gravissimi che avvengono anche in aree pubbliche, vicino a sentieri, abitazioni, strade e zone frequentate da famiglie ed escursionisti.
“È sconcertante assistere a dichiarazioni della Provincia Autonoma di Bolzano che presentano la caccia come un’opportunità o un’attività in crescita senza fare il minimo accenno ai rischi concreti che comporta, ma anzi definendola sostenibile e sicura” dichiara Piera Rosati – Presidente di LNDC Animal Protection. “Non esiste nessun altro hobby che ogni anno provoca decine di vittime tra morti e feriti e che, nonostante questo, viene ancora raccontato come tradizione o, peggio, come un’attività da incentivare tra i giovani.”
LNDC Animal Protection sottolinea come la caccia metta in pericolo soprattutto la fauna selvatica in un momento storico in cui la biodiversità e la tutela degli ecosistemi dovrebbero essere assolute priorità, ma ricorda anche che i pericoli per la collettività sono reali e documentati: proiettili vaganti, colpi sparati a ridosso di case e strade, violazioni dei confini delle proprietà private e invasione di aree frequentate da cittadini che hanno pieno diritto di vivere gli spazi naturali in sicurezza.
“È inaccettabile che, di fronte a numeri tanto gravi, non si apra un dibattito pubblico serio sulla necessità di limitare drasticamente o abolire del tutto questa attività” continua Rosati. “Invece di promuovere nuovi cacciatori, soprattutto giovanissimi, sarebbe doveroso interrogarsi sulle conseguenze etiche, ambientali e di sicurezza che la caccia comporta.”
LNDC Animal Protection rinnova il proprio appello per chiedere un cambiamento legislativo che ponga finalmente al centro la tutela della collettività e degli animali selvatici. L’associazione, infatti, insieme ad altre realtà animaliste, ha raccolto oltre 53mila firme nel giro di pochi mesi e presentato una proposta di legge di iniziativa popolare per l’abolizione totale della caccia che è stata depositata in Senato ed è attualmente in esame nelle Commissioni parlamentari.


