Nel mese di settembre, quando il 17 si celebra la Giornata mondiale degli uccelli, non possiamo dimenticare che in Italia milioni di animali selvatici continuano a cadere sotto i colpi dei fucili. Non solo uccelli, ma anche lepri, cervi, cinghiali, volpi, caprioli, fagiani, e perfino specie protette che diventano vittime del bracconaggio.
La fauna selvatica: patrimonio di tutti
La legge italiana n. 157/1992 stabilisce che la fauna selvatica è patrimonio indisponibile dello Stato e che la sua tutela è interesse primario della collettività. Invece, ogni anno, i calendari venatori regionali autorizzano abbattimenti massicci e spesso anticipano l’apertura della caccia in contrasto con le direttive europee sulla tutela della biodiversità.
La caccia non è gestione né selezione: significa animali uccisi, sofferenza, ecosistemi squilibrati. Significa anche inquinamento da piombo, con migliaia di tonnellate di pallini che si disperdono nei terreni e nelle acque europee ogni anno, avvelenando milioni di uccelli e altri animali.
Accanto alla caccia legale, in Italia resta endemico il fenomeno del bracconaggio: una vera e propria mattanza che coinvolge specie protette, rapaci, passeriformi e persino animali simbolo come l’ibis eremita. Ogni anno vengono registrati migliaia di illeciti, sequestri e denunce, a dimostrazione di una cultura della violenza radicata che non risparmia nessuno.
L’impegno di LNDC Animal Protection
Come LNDC Animal Protection ci battiamo da anni contro questo sistema ingiusto. Con i nostri legali portiamo avanti ricorsi ai TAR contro i calendari venatori regionali illegittimi, ottenendo la sospensione di aperture anticipate e blocchi di caccia che mettono a rischio soprattutto le specie migratorie.
La nostra è una battaglia quotidiana, che richiede competenza, fermezza e determinazione, perché la legge deve tutelare gli animali e la biodiversità, non piegarsi agli interessi di pochi.
Il DDL Lollobrigida: la deregulation totale
Come se non bastasse, il nuovo disegno di legge promosso dal Ministro Francesco Lollobrigida rappresenta un attacco frontale alla natura e alla sicurezza. Con questa proposta si mette sempre più potere in mano ai cacciatori, riducendo le aree protette, ampliando le possibilità di sparo e abbassando ulteriormente i livelli di tutela.
In un Paese già afflitto dal bracconaggio e da piani venatori inadeguati, il rischio è quello di trasformare la caccia in una vera deregulation, in cui a pagare saranno gli animali selvatici e l’intera collettività.
Di fronte a questo scenario, la nostra risposta è chiara e inequivocabile: vietare la caccia in Italia. Con la campagna nazionale STOP CACCIA abbiamo promosso una legge di iniziativa popolare per dire basta a una pratica crudele e anacronistica.
Non si tratta di ridurre o limitare, ma di cancellare definitivamente la caccia dal nostro ordinamento.
Un Paese moderno e civile non può più giustificare la mattanza di animali selvatici in nome di un passatempo che produce solo morte, inquinamento e distruzione della biodiversità.
Vai sul sito www.lndcanimalprotection.org e firma anche tu. Aiutaci a fermare le stragi. Insieme possiamo costruire un’Italia senza caccia.