Prosegue il percorso giudiziario per l’uccisione dell’orsa F36 in Trentino. L’udienza è fissata per il 9 febbraio 2026. LNDC Animal Protection, che si costituirà come parte civile, ribadisce la propria determinazione a chiedere giustizia e ricorda l’urgenza di una convivenza rispettosa tra uomo e fauna selvatica.
Il caso dell’orsa F36, uccisa in Trentino in circostanze che hanno destato sdegno in tutta Italia, entra in una nuova fase giudiziaria. L’udienza è stata fissata per il 9 febbraio 2026 presso il Tribunale di Trento. Entrambi gli imputati dovranno rispondere del reato di uccisione di animale, ai sensi dell’art. 544-bis del Codice Penale, e uno dei due dovrà rispondere anche del reato di favoreggiamento – art. 378 – perché avrebbe cercato di aiutare l’altro a eludere le indagini.
LNDC Animal Protection, che si costituirà parte civile nel procedimento, conferma la propria presenza in aula per rappresentare la voce di chi non può difendersi e assicurare che la verità venga accertata fino in fondo.
“L’uccisione dell’orsa F36 non è un fatto isolato, ma l’ennesima dimostrazione di una gestione miope e violenta della fauna selvatica”, dichiara Piera Rosati – Presidente LNDC Animal Protection. “Essere parte civile in questo processo significa dare forza a un principio fondamentale: la convivenza con gli animali selvatici non può e non deve tradursi in uccisioni indiscriminate. La giustizia deve fare il suo corso, per F36 e per tutte le vittime silenziose di una politica che non tutela davvero la biodiversità.”
Come già sottolineato da LNDC nei mesi scorsi, la morte di F36 rappresenta un caso emblematico: non solo per la crudeltà del gesto, ma perché mette in discussione l’intero modello di gestione dei grandi carnivori in Italia e in particolare nella Provincia Autonoma di Trento. La scelta di risolvere i conflitti con gli abbattimenti dimostra una grave incapacità di mettere in atto strategie di convivenza non cruente, basate su prevenzione, monitoraggio e responsabilizzazione dei territori e fa sì che alcuni personaggi – come gli imputati di questo processo – si sentano legittimati a imbracciare un fucile e uccidere.
L’associazione ribadisce che la tutela della fauna selvatica è un dovere sancito dalla legge e dai principi etici di una società moderna. Gli animali selvatici non sono nemici, ma parte integrante e preziosa degli ecosistemi che dobbiamo proteggere.
LNDC Animal Protection continuerà a seguire ogni fase del processo, chiedendo pene esemplari per i responsabili e, parallelamente, politiche più lungimiranti e rispettose, affinché il sacrificio di F36 non resti vano ma contribuisca a un vero cambiamento.