18 Nov, 2025
Daino ucciso a Como: dalle relazioni ufficiali ancora nessuna risposta chiara sul mancato uso della telenarcosi. LNDC: “Così resta il dubbio che si sia scelta la via più semplice.”
18 Nov, 2025
Daino ucciso a Como: dalle relazioni ufficiali ancora nessuna risposta chiara sul mancato uso della telenarcosi. LNDC: “Così resta il dubbio che si sia scelta la via più semplice.”

Dopo aver ricevuto le relazioni richieste ad ATS Insubria e alla Polizia Provinciale di Como sull’uccisione del daino avvenuta il 20 ottobre, l’associazione constata con rammarico che nessuno dei documenti fornisce una spiegazione concreta sul motivo per cui non sia stato possibile procedere alla sedazione dell’animale, nonostante la presenza di personale e attrezzature idonee. LNDC Animal Protection esprime forte perplessità e teme che non sia stata realmente perseguita la soluzione meno cruenta.

LNDC Animal Protection, a seguito della propria richiesta di accesso agli atti inviata il 22 ottobre sulle operazioni che hanno portato all’uccisione di un daino a Como, rende noto di aver ricevuto le relazioni ufficiali da parte della Polizia Provinciale e dell’ATS Insubria. Tuttavia, pur ricostruendo nel dettaglio le tempistiche e i movimenti degli operatori coinvolti, tali documenti non chiariscono in modo soddisfacente perché non sia stato possibile procedere alla telenarcosi dell’animale.

Entrambi i rapporti di servizio evidenziano che il daino era agitato e si muoveva rapidamente, ma rimaneva comunque confinato in un’area delimitata e costantemente sorvegliata dal personale intervenuto sul posto. Il racconto di entrambe le relazioni si concentra soprattutto sui tentativi di indirizzare l’animale verso una rete di cattura. Tentativi che non hanno avuto successo e che hanno portato alla decisione di procedere all’uccisione del daino.

Le risposte ricevute non fanno luce sulle nostre perplessità, anzi le confermano”, dichiara Piera Rosati – Presidente LNDC Animal Protection. “Stando a quanto abbiamo potuto leggere, tutto era predisposto per tentare la sedazione: il veterinario aveva con sé i farmaci e l’attrezzatura necessaria e l’animale si trovava in un’area delimitata. Eppure, non viene fornita una motivazione tecnica che spieghi perché sarebbe stato impossibile provare a sedarlo con la telenarcosi.

Nello specifico, entrambe le relazioni dicono che il daino “puntava” gli operatori “in modo minaccioso per poi allontanarsi fulmineamente e rifugiarsi, di nuovo, tra il materiale depositato” e che questo atteggiamento “rendeva impossibile l’utilizzo di alcuna attrezzatura per la sedazione da lontano quali fucile per narcotico o cerbottana”.

Questa spiegazione francamente non chiarisce il motivo per cui si rendeva impossibile l’uso di un fucile per narcotico, mentre è stato possibile l’uso del fucile con cui il daino è stato ucciso. Purtroppo, resta il dubbio che si sia scelta la via più semplice, non quella più giusta né più rispettosa della vita dell’animale”, continua Rosati.

LNDC Animal Protection ricorda che l’abbattimento deve sempre rappresentare l’ultima risorsa, da adottare solo dopo aver tentato ogni alternativa possibile e documentabile. Le relazioni ricevute — sebbene ricche di dettagli — non forniscono elementi che provino l’impossibilità reale della sedazione, lasciando in sospeso un serio interrogativo sulla gestione dell’operazione.

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