LNDC Animal Protection si unisce alla denuncia per bracconaggio sporta dai Carabinieri Forestali a seguito del sequestro di oltre cento metri di reti e trappole utilizzate per catturare illegalmente piccoli uccelli selvatici. L’associazione condanna con forza l’episodio e chiede maggiore tutela per la fauna selvatica.
LNDC Animal Protection rende noto di essersi unita alla denuncia a carico di un uomo di 79 anni di Gavardo, in provincia di Brescia. I Carabinieri Forestali sono riusciti infatti a scoprire ben 27 reti da uccellagione e trappole che l’uomo aveva installato in maniera illegittima e occulta nei pressi di un’abitazione e di un campo agricolo, con tanto di richiami acustici, per catturare piccoli uccelli selvatici in una chiara azione di bracconaggio. I militari sono riusciti a liberare venti esemplari — tra pettirossi, capinere e passere — e hanno provveduto al sequestro di questo grande impianto illegale.
Secondo le ricostruzioni, l’area era stata trasformata in una vera e propria trappola per la fauna migratoria, con strutture estese e ben organizzate. LNDC Animal Protection sottolinea la gravità dell’accaduto, evidenziando che episodi di questo tipo sono una grave minaccia per la biodiversità e causa di estrema sofferenza e morte per gli animali selvatici.
È quanto meno paradossale che l’uomo sia poi risultato iscritto alla F.O.I. (Federazione Ornicoltori Italiani), un ente che – si legge sul sito internet – “si prefigge, inoltre, di propagandare l’amore e la conoscenza degli uccelli, il rispetto e la salvaguardia del loro habitat”.
“Il bracconaggio è un crimine che colpisce animali indifesi e mette a rischio interi ecosistemi” dichiara Piera Rosati – Presidente LNDC Animal Protection. “Mi auguro che la F.O.I. non sia d’accordo con questo tipo di pratiche e che prenda provvedimenti nei confronti di questo iscritto. Dal canto nostro, continueremo a denunciare ogni violazione e a promuovere realmente una cultura di rispetto e salvaguardia per tutti gli animali.”
LNDC Animal Protection seguirà l’evoluzione della vicenda, arrivando a chiedere di costituirsi parte civile nell’eventuale processo, e ribadisce la necessità di intensificare i controlli sul territorio per contrastare pratiche illegali che continuano a mettere in pericolo la fauna selvatica.


