A Fermo si è tenuta una nuova udienza del processo contro il celebre addestratore Claudio Mangini, imputato per maltrattamento di animali dopo il calcio sferrato a un lupo cecoslovacco. LNDC Animal Protection, costituita parte civile, sottolinea che i metodi coercitivi non hanno alcuna valenza educativa e ricorda la netta condanna della FNOVI verso l’uso della violenza nell’addestramento.
LNDC Animal Protection era presente alla nuova udienza del processo per maltrattamento di animali che vede imputato il noto addestratore, balzato alle cronache per l’episodio del lupo cecoslovacco colpito con un violento calcio. L’Associazione, rappresentata dall’avv. Michele Pezone – Responsabile Diritti Animali LNDC, è costituita parte civile nel processo e continua a seguire con determinazione il percorso giudiziario per ottenere giustizia.
Nel corso dell’udienza è stato ascoltato il consulente tecnico di parte dott. Enrico Moriconi, medico veterinario ed etologo, che ha spiegato come il gesto documentato non avesse alcuna finalità rieducativa, ma avesse provocato al cane solo dolore e lesioni fisiche e psicologiche. Moriconi ha inoltre ricordato la posizione ufficiale della FNOVI (Federazione Nazionale Ordini Veterinari Italiani), che sul proprio sito istituzionale condanna in modo esplicito l’uso di metodi violenti nel cosiddetto addestramento, precisando che tali pratiche non sono forme di educazione ma strumenti di coercizione e paura.
“Addestrare con la violenza non significa educare, ma sottomettere. L’educazione vera nasce dalla fiducia, dalla comprensione e dal rispetto reciproco tra uomo e animale. Chi usa calci, collari a strozzo o punizioni fisiche non insegna nulla: infligge solo sofferenza e paura”, afferma Piera Rosati – Presidente LNDC Animal Protection.
LNDC Animal Protection ribadisce il proprio impegno contro ogni forma di abuso travestito da pratica formativa e invita tutte le famiglie che hanno cani a rivolgersi a educatori che promuovono una cultura dell’interazione positiva con gli animali.
La prossima udienza è fissata per il 10 febbraio, quando saranno ascoltati i testimoni della difesa e successivamente si terrà la discussione del processo. L’Associazione continuerà a seguire ogni sviluppo fino alla sentenza, per garantire che venga finalmente riconosciuto il principio per cui la violenza sugli animali non può mai essere giustificata in nome dell’addestramento.


