8 Ott, 2025
LNDC Animal Protection: Il diritto di prendersi cura degli animali deve entrare a pieno titolo nella legge. Il legislatore acceleri i tempi per una norma chiara e tutelante.
8 Ott, 2025
LNDC Animal Protection: Il diritto di prendersi cura degli animali deve entrare a pieno titolo nella legge. Il legislatore acceleri i tempi per una norma chiara e tutelante.

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 15076/2018, ha aperto la strada ai permessi retribuiti per chi deve assistere il proprio animale domestico in caso di emergenza. Ora una proposta di legge mira a introdurre un diritto esplicito, prevedendo giorni di permesso per malattia, cure veterinarie o decesso dei propri animali familiari. LNDC Animal Protection invita il legislatore ad approvare rapidamente la norma, riconoscendo agli animali il ruolo di membri della famiglia.

Una recente proposta di legge, attualmente all’esame della Camera dei Deputati, apre finalmente la strada al riconoscimento dei permessi retribuiti per la cura e la perdita dei nostri compagni di vita, segnando un passo importante verso un cambiamento culturale e giuridico che riconosce gli animali familiari come membri effettivi della famiglia.

LNDC Animal Protection (LNDC) accoglie con favore questo percorso legislativo, ma invita il Parlamento e il Governo a rendere rapidamente effettiva una norma chiara e uniforme su tutto il territorio nazionale, così da superare l’attuale vuoto normativo che costringe lavoratori e datori di lavoro a riferirsi a interpretazioni giurisprudenziali.

La spinta verso questo riconoscimento giuridico nasce da una sentenza della Corte di Cassazione (n. 15076/2018), che ha stabilito la possibilità per i dipendenti di ottenere un permesso retribuito per assistere il proprio animale malato che necessita di cure veterinarie, purché siano rispettate alcune condizioni: la presentazione di una certificazione veterinaria che attesti la necessità e l’urgenza della cura, e l’assenza di altre persone in grado di occuparsi dell’animale.

Questa pronuncia, storica e innovativa, ha interpretato in modo evolutivo il concetto di “gravi motivi personali e familiari”, equiparando — almeno in casi specifici — l’assistenza a un animale familiare a quella prestata a un membro della famiglia malato, riconoscendo così l’importanza del legame affettivo e morale che unisce l’essere umano al proprio animale.

Secondo la proposta di legge ora in discussione, i lavoratori avrebbero diritto fino a tre giorni di permesso retribuito in caso di decesso del proprio animale, oltre a otto ore annue per malattia o cure veterinarie urgenti, sempre previa certificazione veterinaria.
Una misura che trova fondamento non solo in principi etici, ma anche in evidenze scientifiche: numerosi studi dimostrano che la malattia o la perdita del proprio animale possono generare stress, ansia e sofferenza emotiva paragonabili a un lutto familiare, con effetti anche sulla produttività lavorativa e sul benessere psicologico delle persone.

“Si tratta di un tema di civiltà e di coerenza con la realtà sociale che viviamo” – dichiara Piera Rosati, Presidente nazionale di LNDC Animal Protection. – “Milioni di famiglie italiane condividono la propria vita con uno o più animali. Cani e gatti e non solo, sono membri della nostra famiglia, sono i nostri compagni di vita. Esseri senzienti riconosciuti tali anche dall’articolo 13 del Trattato di Lisbona e dall’articolo 9 della nostra Costituzione. È doveroso che anche il diritto del lavoro si adegui a questa evoluzione culturale e giuridica.”

LNDC Animal Protection sottolinea inoltre che la previsione di permessi retribuiti non rappresenta un privilegio, ma un atto di equità e di responsabilità sociale.

Offrire ai lavoratori la possibilità di assistere un animale malato o di elaborare il lutto per la sua perdita significa prevenire situazioni di abbandono o incuria, evitare il rischio di violazioni dell’articolo 727 del codice penale (abbandono di animali) e promuovere un modello di convivenza fondato sul rispetto e sulla compassione.

In attesa dell’approvazione definitiva della norma, LNDC invita tutti i lavoratori e le lavoratrici che si trovino in situazioni di emergenza sanitaria con il proprio animale a fare riferimento alla sentenza della Cassazione n. 15076/2018, allegando alla richiesta di permesso un certificato veterinario che attesti la necessità di assistenza immediata, e a confrontarsi con il proprio datore di lavoro in modo trasparente e documentato.

“Il mondo del lavoro non può restare indietro rispetto alla società civile” – conclude Rosati. “Il riconoscimento dei diritti legati alla cura degli animali familiari è un segno di progresso e di umanità. Auspichiamo che il legislatore approvi al più presto una legge che renda stabile e inequivocabile questo diritto, per garantire una tutela effettiva sia ai cittadini sia agli animali che fanno parte delle nostre famiglie.”

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