Una riflessione scomoda ma necessaria sulla Pasqua e le nostre scelte quotidiane
C’è una violenza silenziosa che si ripete ogni anno, puntuale, in prossimità della Pasqua. Una violenza che abbiamo imparato a non vedere, a non nominare, a giustificare.
È quella che colpisce centinaia di migliaia di agnelli, cuccioli appena nati, uccisi per diventare il “piatto della festa”.
Sono animali. Sono piccoli. Sono innocenti. Eppure muoiono per una semplice abitudine.
Non per necessità, non per sopravvivenza, non per fede. Per abitudine. Perché “si è sempre fatto così”.
Ma, l’abitudine non è un’assoluzione. L’abitudine è comoda. Rassicura. Ci evita domande, ci tiene lontani dalla scomodità del pensiero critico. Ma non è, e non sarà mai, un’assoluzione morale.
Continuare a consumare carne di agnello a Pasqua non è un atto innocente. È una scelta, e in quanto tale è nostra responsabilità. Una responsabilità che non possiamo delegare alla cultura, alla tradizione o alla religione. Le abitudini possono cambiare.
Gli animali soffrono, sentono, amano. Anche a Pasqua
Lo dicono l’esperienza, la scienza, la coscienza.
Gli agnelli sono esseri senzienti: riconoscono la madre, imparano a camminare dopo poche ore, si spaventano, piangono quando vengono separati. Cercano il calore, la sicurezza, la libertà.
Ucciderli per una celebrazione è un atto di normalizzazione della violenza. Trasformare la loro morte in un momento conviviale è una dissonanza etica che dobbiamo avere il coraggio di affrontare.
Le vere vittime della nostra abitudine non sono solo gli animali, ma anche la nostra capacità di provare empatia. Quando chiudiamo gli occhi davanti alla sofferenza, qualcosa in noi si spegne.
E diventiamo spettatori passivi di una crudeltà che potremmo fermare con una sola scelta.
Non dire “è solo un agnello”
Ogni anno, milioni di persone si indignano per la violenza verso cani e gatti.
Ma poi, senza porsi domande, accettano la morte di un agnello come parte della normalità.
La verità è che non c’è una gerarchia nel diritto alla vita. Un cucciolo è un cucciolo. Un essere senziente è un essere senziente. Il valore della vita non dovrebbe dipendere dalla specie.
Un’altra Pasqua è possibile. Una Pasqua che celebri davvero la vita, senza contraddizioni.
Una tavola imbandita di gioia e rispetto, non di sofferenza. Una festa coerente con i valori che diciamo di difendere: amore, rinascita, speranza.
Oggi esistono infinite alternative cruelty free: ricette vegetali, creative, gustose e sostenibili.
Non c’è nulla da perdere. Ma c’è tanto da salvare.
Agnelli, conigli, vitelli, galline, maiali… a Pasqua e non solo sono le vittime della nostra abitudine.
E ogni giorno possiamo scegliere se continuare a ignorarlo o iniziare a cambiare.
Non è mai “solo un piatto”. È una vita. È una scelta. È una presa di posizione.
LNDC Animal Protection, ogni giorno, dalla parte degli animali
Da oltre 70 anni ci battiamo per dare voce a chi non ce l’ha.
Perché non ci abitueremo mai alla sofferenza.
Perché la compassione è una forma di civiltà.
Perché ogni animale merita rispetto, libertà, protezione.