L’associazione, come sempre fatto in passato, impugna l’ennesima ordinanza killer della Provincia Autonoma di Trento e si batterà in tutte le sedi per tutelare la vita dell’orsa KJ1, colpevole di aver difeso i propri figli. Piera Rosati – Presidente LNDC Animal Protection: “L’allarme sociale è causato dal lassismo dell’amministrazione, che non ha mai fatto prevenzione adeguata ma solo fomentato odio verso i selvatici”.
Maurizio Fugatti, presidente della Provincia Autonoma di Trento, è già sul piede di guerra e ha emanato l’ordinanza di abbattimento per l’orsa che presumibilmente ha aggredito un turista francese un paio di giorni fa nei pressi del Comune di Dro, su un sentiero fuori dal centro abitato. Tutto come da copione, un brutto copione già visto e che prevede sempre l’uccisione del selvatico che fa il selvatico nel suo habitat naturale. Tra l’altro, l’animale in questione non è stato nemmeno identificato con assoluta certezza ma potrebbe trattarsi di un’orsa, KJ1, 22enne con al seguito 3 piccoli. Quindi, il suo gesto sarebbe stato di protezione verso i suoi cuccioli da un pericolo percepito e non un’aggressione immotivata.
Passano i mesi, gli orsi muoiono per mano dell’uomo in continuazione, ma Fugatti continua a prendere in considerazione soltanto la loro uccisione anziché puntare sulla prevenzione. Da pochi giorni è ufficialmente confermato che F36 e MJ5, per la cui morte LNDC Animal Protection aveva già sporto denuncia penale, sono morti per mano dell’uomo. Ora c’è il rischio che la storia si ripeta per l’orsa KJ1, colpevole soltanto di aver protetto i suoi figli nel suo territorio.
Come abbiamo sempre fatto impugneremo anche questa ordinanza killer di Fugatti e continueremo a batterci in tutte le sedi per tutelare questa ennesima vita che il Presidente della PAT vuole spezzare. Paradossalmente, nella sua ordinanza, Fugatti dice di esercitare i poteri contingibili e urgenti per prevenire ulteriori situazioni di pericolo ma in realtà finora non ha fatto una prevenzione adeguata ma ha solo agito a posteriori, ordinando l’uccisione degli orsi. La prevenzione è altro. La prevenzione è chiudere i sentieri ai turisti quando si sa che c’è un’orsa con figli nella zona. La prevenzione è fornire informazioni adeguate alla popolazione e ai turisti. La prevenzione è installare cassonetti dei rifiuti anti-orso per evitare che si avvicinino ai centri abitati. Se c’è allarme sociale, come Fugatti sostiene nell’ordinanza, è dovuto soltanto al lassismo e all’allarmismo di questa amministrazione. E dobbiamo soltanto sperare che questa ennesima condanna a morte di un’orsa, che confidiamo venga fermata dal TAR come più volte successo in passato, non venga eseguita da qualche esaltato, fomentato dalle parole di odio del presidente della PAT.
Piera Rosati – Presidente LNDC Animal Protection