La Regione a guida PD sembrerebbe in procinto di fare un regalo alla lobby venatoria, approvando un regolamento che presenta numerose criticità: dall’eliminazione del numero massimo di cinghiali che si possono uccidere all’utilizzo della tecnica della braccata, criticata dall’ISPRA perché poterebbe a disperdere le popolazioni di questi animali. Piera Rosati – Presidente LNDC Animal Protection: “Ho scritto al Presidente Bonaccini chiedendo che, se proprio si vuole scegliere la via dell’uccisione, quanto meno vengano rispettate le norme a tutela della fauna selvatica”.
Secondo quanto riportato dalla stampa, la Regione Emilia-Romagna sarebbe in procinto di varare un nuovo regolamento sui cinghiali che andrebbe a modificare drasticamente il grado di tutela di questi animali. Con il pretesto di contenere la diffusione della Peste Suina Africana, infatti, le nuove norme introdurrebbero una serie di criticità che non sarebbero conformi né alla logica né alla legislazione vigente in materia di tutela della fauna selvatica.
In primo luogo, il nuovo regolamento eliminerebbe ogni vincolo di numero massimo di cinghiali “prelevabili” (cioè, che si possono uccidere), senza distinzioni di sesso ed età. Inoltre, per facilitare il lavoro dei cacciatori, viene ridotto il numero minimo richiesto per formare una squadra da braccata dando, allo stesso tempo, la possibilità di avere un maggior numero di cacciatori per le azioni collettive.
La Presidente di LNDC Animal Protection, Piera Rosati, ha scritto una lettera al Presidente della Regione, Stefano Bonaccini, illustrando tutte le criticità e illiceità presentate da questo regolamento, qualora le notizie pubblicate sulla stampa corrispondessero alla realtà.
Anche la Regione Emilia-Romagna, a guida PD, sembra essersi piegata ai voleri e ai desideri della lobby venatoria. Queste nuove regole, infatti, sembrano più un regalo ai cacciatori che altro e sono decisamente problematiche. Innanzitutto, togliere ogni vincolo al numero massimo di cinghiali che si possono uccidere può in linea teorica portare allo sterminio dell’intera specie e, comunque, va in contrasto con la Legge 157/92 che parla esplicitamente di controllo numerico della fauna selvatica. Inoltre, lo stesso ISPRA si è recentemente espresso contro la tecnica di caccia della “braccata” perché favorisce la dispersione dei cinghiali e pertanto anche una possibile diffusione di eventuali malattie. Se l’obiettivo della Regione è il contenimento della PSA, questa sicuramente non è una soluzione. Insomma, sembrerebbe che pur di fare un favore alla lobby dei cacciatori e permettere loro di “divertirsi” di più, l’Emilia-Romagna stia facendo un enorme passo falso in termini sia di legalità sia di logica.
Piera Rosati – Presidente LNDC Animal Protection