I pochi attivisti dei rifugi per animali, che peraltro applicano già le misure di biosicurezza, sono nel mirino di rigorosi controlli da parte della Regione Lombardia, mentre migliaia di cacciatori sono liberi di circolare pressoché indisturbati nella zona rossa. LNDC Animal Protection scrive al Dirigente regionale Farioli per criticare questo atteggiamento e al Ministro Piantedosi per denunciare la violenza del blitz contro Cuori Liberi.
Quello che è successo il 20 settembre scorso a Sairano, presso il Rifugio Cuori Liberi, rappresenta a tutti gli effetti una pagina nera nella storia della protezione animali, ma è un evento che ha scosso le coscienze anche di tanti cittadini che normalmente non sarebbero così vicini alla causa animalista. Le immagini che sono arrivate a tutti dal rifugio, mentre avveniva l’irruzione violenta della polizia e poi mentre i 9 maiali uccisi venivano buttati via come spazzatura, hanno sicuramente provocato una grande indignazione soprattutto per le modalità con cui sono stati svolti i fatti.
Purtroppo questo episodio rappresenta una macchia indelebile per tutte le istituzioni coinvolte, che hanno agito irrazionalmente e soltanto per dare una prova di forza nei confronti di soggetti inoffensivi che stavano offrendo una resistenza passiva e pacifica. Irrazionalmente anche perché gli animali del rifugio Cuori Liberi non avevano nessuna possibilità di diffondere il virus della Peste Suina Africana dato che le persone che gestiscono la struttura avevano già messo in atto tutte le necessarie misure di biosicurezza ed il loro interesse primario è sempre quello di tutelare il più possibile tutti gli animali. Sono profondamente addolorata per i maiali uccisi in quel modo e per gli attivisti che li consideravano una famiglia. Allo stesso tempo, invece, sono molto delusa dall’atteggiamento mostrato dalle istituzioni che hanno deciso di procedere – senza attendere l’udienza del TAR – soltanto per una questione ideologica.
Piera Rosati – Presidente LNDC Animal Protection
La Presidente di LNDC Animal Protection ha quindi scritto una lettera al Ministro Piantedosi per stigmatizzare il comportamento violento degli agenti di polizia intervenuti, già minaccioso fin dall’arrivo indossando la tenuta antisommossa. Allo stesso tempo, ha scritto alla Regione Lombardia per evidenziare quanto la sorveglianza così rigorosa nei confronti dei santuari sia palesemente una scelta ideologica mentre allo stesso tempo si lascia che ben 3500 cacciatori siano liberi di girare nei territori della zona rossa senza il minimo controllo, rappresentando un rischio molto più concreto e reale di diffusione della PSA.